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Ha fatto molto scalpore negli ultimi giorni la notizia di una “tassa” su diversi giochi tanto amati da giovani e meno giovani, ricordi della nostra infanzia, di calde estati, di spensieratezza.
È infatti tornata alla ribalta la notizia del decreto, entrato in vigore dopo numerose proroghe, che regolamenta la presenza e l’utilizzo di calciobalilla, biliardi e tavoli da ping pong.
Calciobalilla, biliardi e ping pong: cosa prevede il decreto
Il nuovo decreto prevede che tutte le apparecchiature installate in locali pubblici, al di là del fatto che siano previste o meno vincite in denaro, debbano essere provviste di un certificato identificativo e di nulla osta che il gestore o il proprietario deve richiedere.
Il provvedimento in questione prevede quindi (in maniera retroattiva) che tutti i locali che possiedono ed espongono biliardini, ping pong, carambole, dondolanti per bambini ecc. debbano versare l’imposta sugli intrattenimenti (ISI) normalmente applicata ai giochi con vincita in denaro.
Queste regole valgono ovviamente solo nei luoghi aperti al pubblico e non la vendita di calciobalilla a privati.
Biliardini: come si è arrivati a questo?
Il tutto nasce da un decreto del 2021 nato con l’idea di addirittura semplificare la situazione e finito come spesso accade con il creare ancora più confusione.
Sono coinvolti da questa normativa calcio balilla, tam tam, ping pong, freccette, flipper e addirittura i cavalcabili per bambini.
La tassa che si dovrebbe versare ammonta all’8% dell’imponibile medio forfettario oltre il limite iva.
Chi non regolarizza i dispositivi rischia una sanzione fino a 4.000€.
Sanzioni e certificazioni necessarie: facciamo chiarezza
Cerchiamo di evitare allarmismi e di fare un po’ di chiarezza. L’agenzia delle Dogane forse goffamente ha cercato in questo modo di regolamentare e censire tutto il settore dei giochi da bar e certificare in generale i giochi azionati a gettone, in modo da assicurarsi che rispondano a determinate caratteristiche ed escludere vincite in denaro, cosa che farebbe scattare la disciplina sul gioco d’azzardo.
La norma, che ha scatenato diverse polemiche e contestazioni, dovrebbe servire a chiarire e semplificare una precedente regolamentazione inapplicata e sta già mostrando i suoi effetti: se alcuni gestori sono già stati multati, altri hanno deciso di far sparire il biliardino presente all’interno dell’attività per non incorrere in sanzioni.
La possibile sanzione allo stato dei fatti è perfettamente evitabile e per mettersi in regola basterà essere dotati di un calciobalilla certificato per l’utilizzo da parte del pubblico e rispondente alle norme di sicurezza del giocattolo e compilare un’autocertificazione all’Agenzia delle Dogane nella quale si dichiara che la struttura non trae nessun profitto dalla presenza dei suddetti giochi.
Una volta ricevuta la pratica, l’Agenzia delle Dogane emetterà un nulla osta per la messa in esercizio dei dispositivi.
La nota dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli
In una nota l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ci tiene a chiarire che in realtà nulla è cambiato: «Nelle ultime ore, nessuna nuova regolamentazione è intervenuta per modificare la normativa di settore già esistente. I biliardini, come sempre, potranno essere liberamente installati in tutti i luoghi aperti al pubblico in continuità con le regole del passato e secondo le modalità già previste».
Aggiornamento del 24/06/2022
Il Senato ha approvato una norma inserita in un emendamento al decreto legge sul PNRR che consentirà all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di togliere l’obbligo di certificare giochi come biliardini, ping pong e flipper per i gestori di bar, locali e stabilimenti balneari.
Secondo la nuova norma, l’Agenzia dovrà individuare entro il 15 novembre di ogni anno i giochi «meccanici ed elettromeccanici che non distribuiscono tagliandi», tra cui appunto i biliardini, che saranno esenti dall’obbligo di verifica tecnica e conseguente nulla osta da parte della stessa Agenzia.
Non cambierà nulla invece in merito all’ISI, l’imposta sugli intrattenimenti: consiste nel pagamento di un’ aliquota dell’8 per cento, che nel caso dei biliardini è di 40 euro e 80 centesimi, in quanto calcolata su un imponibile forfettario di 510 euro.
I locali che mettono a disposizione i giochi gratis, come per esempio gli oratori, non dovranno pagare nulla.
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